22  BALLATA DEL BUON LADRONE  (C. Bonofiglio)

1 Cosa di uomo che guarda per terra, può sollevare il suo sguardo dal nulla, perso era notte e non vi era luogo,
un cuore che batte ma senza perdono. Ora col vento che mi sputa in faccia
su questo legno che uccide il mio corpo, guardo a quest’uomo che tutto ha creato e chiedo perdono per ogni peccato.

2 Nel mio dolore ti stavo distante, eppure sentivo di te le parole,
non mi ricordo di quanto sorrisi di gioia per ogni tuo gesto d’amore.
Ma nella notte mi sono perduto
e quanto cercavo qualcuno da amare,
e questo mio chiodo che spezza la voce non mi trafigge tant’è la tua luce.

RIT: Porta ti prego lassù questo tuo figlio che mai ti pregò, questo tuo amore che qui mi accecò,
come un virgulto che cresce su me.
Tu sei luce che ama a due metri da me, io che son ladro e una feccia e non più ma tu che sai che ogni cosa è in te.
Tu sei la porta del padre, Gesù.
Per le tue piaghe noi siamo salvati e tu, seme che muore per dare la vita,
sei qui come vento che parla in silenzio perché la parola sei tu.

3 Gioia che parla, parola che salva, voce del padre ed acqua di vita, giglio dolcissimo stretto di spine,
da questa croce il mio volto sorride,
perché questo legno che mi mette a morte   (vita sbagliata) non è che la morte di quanto ho sbagliato.    (cos’è la morte) Tu che mi ami e che mi hai creato    (se torna la vita?) la tua parola ora qui mi ha salvato.    RIT.